A Painting Cycle | Conversazione con Jessica Warboys
8 marzo 2012
Jessica Warboys fa uso di media disparati nella sua ricerca, confrontandosi con il video, la pittura e la performance. Il suo lavoro oscilla tra processo e azione, modello e ripetizione, controllo e possibilità , occupando così differenti stati e sistemi. Il paesaggio diventa l’interlocutore privilegiato con il quale Jessica Warboys si confronta e interagisce. Compagno e palcoscenico, lo spazio offerto dalla natura è il soggetto che l’artista plasma, attraverso cui crea, da cui si lascia stupire e che trasforma in scena per performance e set per film.
Nei suoi ‘Sea paintings’ Jessica Warboys immerge larghe tele non stese nel mare, prima e dopo aver applicato il pigmento direttamente sulla loro superficie. L’azione, strettamente collegata alla performance, traccia i movimenti delle variabili mutevoli e incontrollabili dell’ambiente, rivelando e nascondendo al contempo il gesto del fare e il flusso della natura. L’approccio dell’artista alla pittura include al contempo, elementi legati alla casualità , all’azione e al controllo, restituendo uno spazio visibile nel quale identificare il passare del tempo e la presenza del gesto. Rivelando una tensione simultanea tra circolarità , ripetizione e compulsione, il lavoro dell’artista narra la costante ambiguità di uno stato, la precarietà della vita stessa.
Nomas Foundation: Se dovessi descrivere il tuo lavoro attraverso delle parole chiave, quali utilizzeresti?
Jessica Warboys: Performance, trasformare/adattare, tessere, stampare, natura, struttura, narrazione, sovrapporre e casualità .
NF: Quando hai iniziato a interessarti di pittura e come è diventato parte del tuo vocabolario?
JW: Nel 2004 ho dipinto un grande muro utilizzando il rilievo, le campiture di colore e la pittura spray per una mostra di scultura e video. Ho continuato con il video, poi nel 2009, ho realizzato il mio primo Sea Painting. Nello stesso momento ho lavorato a una grande ciano e a una tela marmorizzata , mentre le sculture/pitture, le tele lacerate e tessute dentro cornici, sono arrivate un po’ dopo.
NF: Quanto è importante nella tua pratica l’idea di serie, ripetizione e narrazione?
JW: Non è tanto importante l’idea di serie quanto la narrazione-ripetizione che avviene nell’atto di creazione di un Sea Painting, sebbene le variabili come il tempo, la misura, il luogo, i colori cambino ogni volta. Le motivazioni e le costrizioni dei lavori sono infatti in costante mutamento e nonostante il processo possa essere ripetuto, gli elementi che compongono il lavoro sono in movimento e sempre imprevedibili; esistono così molteplici variabili e conseguenti sorprese. Non vorrei vedere accadere sempre le stesse cose. Immagino che come in un film, ogni fotogramma sia differente.
NF: Come hai sottolineato, i tuoi Sea Paintings sono frutto di variabili impossibili da controllare, come quelle del mare e del vento. Puoi dirci qualcosa sul processo del fare, dell’azione racchiusa in questo lavoro?
JW: Cerco di mantenere una sorta di velocità e spontaneità nel fare, per riflettere qualcosa di immediato e diretto proveniente da parte di me stessa e dall’ambiente circostante.
NF: Consideri la tua pratica pittorica come atto performativo?
JW: L’aspetto della performance inerente ai sea paintings, è il processo di un’azione, di un fare documentato. In un certo senso vedo i lavori come stampe o tracce di una performance. In sostanza questi quadri sono spazi sui quali proiettare le performance dell’azione fisica e dunque un veicolo per trasferirlo dal luogo della costruzione - il mare - allo spazio espositivo, al pubblico. I segni sulla tela, si riferiscono direttamente a una serie di gesti compiuti durante un tempo limitato trascorso in uno specifico luogo e in un certo senso queste tele consentono di rendere visibili delle performance invisibili. La performance suggerisce un evento in un tempo e in un luogo specifico – la performance nella sua più libera interpretazione è il link tra le tecniche che utilizzo: video, scultura e pittura.
NF: Quali caratteristiche della tua ricerca vengono evidenziate attraverso i lavori presentati in occasione di A Painting Cycle?
JW: La performance. L’adattamento allo spazio o all’architettura. Contrazione vs distensione. Pigmento vs colore. Gesto, incidente o il suo contrario.