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Beverly Barkat. Earth Poetica

25 febbraio 2022

Beverly Barkat, Earth Poetica (detail). Ph. Michael Amar

Progetto supportato da Nomas Foundation
In collaborazione con lo United Nations Environment Programme (UNEP)

Apertura: 5 giugno 2023 al 3WTC, lower Manhattan, New York

Sedi precedenti:
The Gottesman Family Israel Aquarium

Earth Poetica è un interrogativo estetico intrecciato fra l'orizzonte interiore dell'artista e il mondo, fra il materiale e il significato, cosa che la teorica femminista americana Karen Barad considera il vero motivo dell'agire. Lasciando che le immagini collettive emergano nella determinazione di rafforzare la responsabilità sociale per promuovere i fini della giustizia ambientale, Barkat esplora poeticamente latitudini e longitudini geografiche con un'immagine trasfigurata del pianeta: vasti oceani e mari, montagne, fiumi e laghi, paesi e città, foreste e praterie, campi coltivati, aree industriali, deserti e steppe, tutto ciò che sta scomparendo, soffocato dai rifiuti di plastica.

L'artista ha classificato, selezionato, manipolato, tagliato, frantumato, ammorbidito, polverizzato e lucidato reti da pesca, buste, bottiglie, articoli per la casa, coperchi, etichette e innumerevoli altri tipi di rifiuti di plastica raccolti da diverse comunità e individui in tutto il mondo.
Tradotti in una tassonomia basata su colore, forma, durezza, forza e trasparenza, i rifiuti di plastica sono arrivati a fungere da ready-made, sublimando e mettendo alla prova la propria legittimità e autenticità di spazzatura in un nuovo contesto di cultura naturalistica.

Il linguaggio di Earth Poetica risuona di sfide sia materiali che socioculturali, sollevando interrogativi sul coinvolgimento della sfera pubblica e una nuova prospettiva di cittadinanza postumana. Secondo la prospettiva dell'artista, Earth Poetica supera ogni gerarchia e status: la sua azione estetica e poetica dimostra che non ci sono confini tra individuo e società, essendo entrambi indissolubilmente legati alla politica, all'economia, alla cultura e alla scienza. Questa interconnessione è la vera chiave per capire quale direzione vogliamo veramente prendere e quale libertà intendiamo esercitare per rimodellare il nostro profondo rapporto con la natura e il Bene Comune, individualmente e collettivamente.

BIOGRAFIA

Beverly Barkat è nata a Johannesburg nel 1966. Si è trasferita in Israele con la sua famiglia nel 1976, dove si è diplomata alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, completando i suoi studi al Jerusalem Studio School, sotto la guida di Israel Hershberg.
I primi lavori di Barkat erano figurativi. Attorno al 2009, si è volta all'astrazione e, nel 2014, la sua serie di dipinti ispirati alla calligrafia giapponese è stata premiata con il Curator’s Award alla 28esima Mostra Internazionale di Arte e Desgin di Kyoto. Da allora, l'artista ha continuato a sperimentare nella sua pratica nuove tecniche, metodi di applicazione e materiali. I suoi fogli di PVC dipinti sul rovescio sono stati esposti nella sua prima mostra personale internazionale, Evocative Surfaces (2017), allestita al Museo di Palazzo Grimani, in occasione della 57esima Biennale di Venezia, nel 2017.
Nel 2018, la seconda mostra personale internazionale di Barkat, After the Tribes (2018), è stata tenuta al Museo Boncompagni a Roma. Per la sua seconda mostra italiana, concepita in relazione al sito ospitante, l'artista ha utilizzato un medium sperimentale di pittura combinato con una scultura in metallo, per esplorare la relazione fra estetica e politica. L'opera, acclamata dalla critica, After the Tribes (2018), è stata invitata un anno dopo, nel 2019, a Taiwan, e qui è stata esposta alla fiera d'arte Art Taipei, coinvolgendo l'ampio pubblico asiatico. L'artista nell'estate del 2022 ha tenuto la sua prima mostra personale in Asia, a Taichung, Taiwan.
Il lavoro di Barkat è presente in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Tre sue opere della serie Evocative Surfaces sono incluse nella collezione permanente del Museo di Palazzo Grimani a Venezia.


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